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La voglia di essere slave
di Giannatravsicilia
28.08.2024 |
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"Fu a questo punto che uno di loro mi fece alzare e sciogliendo il foulard che avevo sugli occhi mi sussurrò che a questo punto era giunta l’ora di guardare..."
La voglia di essere slaveGianna è una trav ormai matura con anni di esperienza alle spalle. Nonostante oramai abbia oltrepassato i quaranta il suo corpo mantiene una freschezza e una forma molto apprezzate dagli uomini. La sua infanzia è stata caratterizzata dalla voglia di essere diversa, incoraggiata in questo da una sere di esperienza, avute già in tenera età, che hanno aumentato questo desiderio e affinato negli anni a seguire le tecniche per essere tale.
Durante tutti questi anni però una cosa non è mai stata in grado di poter realizzare, la sua voglia innata di essere una brava slave. Dopo diversi tentativi e contatti inutili un giorno riceve una mail da un signore distinto ed educato. Si scambiano i soliti convenevoli ed inizia un rapporto epistolare in cui Gianna, che è molto perspicace, intuisce la natura autoritaria dell’uomo.
Messaggio dopo messaggio finalmente si scoprono le carte e il Signore dà il primo compito a Gianna, che emozionata e timorosa accetta senza discutere: Immaginare e scrivere come secondo i suoi desideri possa essere il loro primo incontro…..
Immagino che lei sia amante del nero, colore che io prediligo su ogni altro in quanto rappresenta il concetto stesso di trasgressione. Stabiliamo il nostro primo incontro nella mia villetta di campagna e mi preparo, agitata ed eccitata allo stesso tempo, per quello che nelle mie speranze. dovrebbe essere l'inizio di un percorso di cui so l'inizio ma di cui non conosco né il tragitto nè tantomeno il traguardo.
Inizio con il preparare gli indumenti che indosserò scegliendoli accuratamente tra una moltitudine di calze, perizoma, guepiere etc. Decido di abbandonare il classico e scelgo una catsuit nera di pizzo leggermente traforata, scollo a v che lascio scoperto un abbondante décolleté reso possibile da un paio di protesi a busto intero che danno l'impressione di avere ciò che ho sempre sognato e che la natura mi ha negato.
Sopra la catsuit indosso un corsetto stringivita che, attraverso i lacci posteriori, stringono i punti essenziali per ottenere una forma a clessidra molto invitante. Un perizoma di pizzo nero con un fiocco di Seta completa l'intimo.
Smalto rosso brillante ai piedi e alle mani scelgo tra tutte una parrucca medio lunga un po' mossa e provvedo a eseguire un trucco non molto pesante ma abbastanza deciso. Fondotinta per levigare e rendere omogenea la pelle, phard, ombretto, mascara, matita e un rossetto brillante che metta in risaltare labbra carnose.
Indecisa se indossare una semplice vestaglia, alla fine decido che il primo incontro meriti un po' più di eleganza e opto per un tubino nero che va a completarsi con un paio di décolleté con tacco 12 e una giacca, collana di perle al collo e bracciale rifiniscono il tutto
Sul letto preparo i miei giocattoli che il Signore mi aveva chiesto di non dimenticare, si tratta di una serie di vibratori, alcuni con telecomando wireless, uno a fallo doppio che nelle mie sedute di allenamento uso nella sua interezza e un plug anale di dimensioni ragguardevoli anch'esso usato per le mie sedute di allenamento. Uno speculum d'acciaio completa la serie.
Mancano ancora 30 minuti al suo arrivo e controllo che tutto sia al suo posto. Recupero un collare comprato e mai usato, nella speranza che finalmente trovi una sua utilità mai avuta sino ad ora. La mia mente fantastica su come sarà la serata. Mi immagino in ginocchio dietro una porta semichiusa, sguardo basso ad aspettare chi, da quel momento in avanti, prenderà per mano la mia inutile vita portandola verso una dimensione diversa e più appagante.
Sento la macchina arrivare, il mio cuore batte forte, ma sembra esplodere nel petto quando realizzo che il Signore non è venuto solo, sento un vociare e numerosi rumori di passi a confermare la mia impressione. Vorrei alzare la testa per controllare...ma non posso... e non voglio. Si, perché se da un lato il cuore sembra voler uscire dal petto per la paura ma dall'altro l'eccitazione è alle stelle. Occhi bassi e chiusi... è così che devo stare. Entrano nella stanza. Dei commenti su come sono, il signore vede il collare, un guinzaglio appeso alla sedia viene attaccato al gancio e sempre ad occhi chiusi vengo portata al centro della stanza.
Non mi parla e non si rivolge mai a me e discutendo con i suoi amici racconta come mi ha conosciuta e cosa si aspetta da me,
Guardando i miei giocattoli sul letto mi rimprovera aspramente per non essermi fatta trovare con il plug già dentro e per punizione, preso dal letto, provvede ad infilarlo tutto d'un colpo senza lubrificante.
Una risatina collettiva si alzò tra gli ospiti e commentarono tra di loro la scena… non capivo cosa dicessero, ma mi interessava ben poco felice e fiera di essere al centro dell’attenzione di un pubblico così autorevole e certa che avessero condotto al meglio quella che in tutto rappresentava la mia iniziazione.
Scesero alcuni sacchetti non so di cosa e dopo aver cercato il bagno senza chiedermi nulla di ciò che potessero o non potessero fare in casa (cosa che mi fece sentire ancora più schiava e felice) lo raggiunsero.
Ritornati in stanza aprirono una bottiglia di liquore che avevo provveduto a lasciare sul tavolo con dei bicchieri, bevvero e poi slacciandosi i pantaloni rimasero completamente nudi. Questo lo potei solo intuire in quanto come da ordine precedente non mi azzardai nemmeno ad aprire gli occhi, anche se la mia curiosità nel voler ammirare ciò che bramavo in modo così violento mi spingeva a farlo. Trattenni la mia curiosità e fui ben ripagata in quanto la cosa fece una buona impressione e potei sentire le opinioni positive rivolte al mio signore. Mi consentirono così di aprire gli occhi per qualche istante in modo da poter ammirare l’eccezionale virilità dei due ospiti e di chi li aveva invitati, dopo di che ritornai al buio più totale questa volta bendata con un foulard nero. Mi fecero salire a cavalcioni su di una sedia mettendomi nella mia posizione preferita e mi bloccarono in questo modo legandomi mani e piedi alla sedia. Solo la testa poteva fare dei movimenti, ma mi consentirono questo non per mia comodità ma per poter manipolarla a loro piacimento in base alla posizione in cui si trovassero.
Sentii immediatamente davanti a me l’inconfondibile odore dei loro membri e così iniziai a leccare e succhiare le loro virilità. Uno di loro mi afferrò la testa aprendomi in modo smisurato la bocca e così un altro iniziò ad entrare e uscire il membro in tutta la sua lunghezza. Lo sentivo arrivare sino in gola e questo mi provocò improvvisi conati di vomito. Non soddisfatti della cosa riprovarono ancora sino ad oltrepassare la gola sino alla laringe e questa volta riuscii a trattenermi. Sentivo quell’enorme membro entrare sempre più in basso sino a quando non mi mancò il respiro. Non si curarono minimamente della cosa e volutamente lo tennero dentro sino a quando non si resero conto che ero arrivata al limite. Solo allora mi consentirono di riprendere fiato alcuni secondi per poi iniziare nuovamente con un nuovo membro e così per due o tre giri. La stanchezza e forse anche la mancanza di allenamento fece sì che non riuscissi a tenere la bocca spalancata e nemmeno loro potevano tenermela sempre aperta, così uno di loro tirò fuori un boccaglio che, infilatomi dentro la bocca, mi consentiva di lasciarla spalancata senza fatica. Ovviamente questo non fu fatto per compassione verso di me ma per evitare che chiudendo la bocca non facessi male involontariamente con i denti ai loro membri.
Mentre in due si alternavano nella mia bocca un terzo da dietro iniziava ad esplorare ciò che definirono una fica anale, definizione che mi riempii d’orgoglio.
Tolto il plug in un sol colpo fu come se si stappasse una bottiglia di spumante, così forte fu il rumore, e questo contribuii ancora una volta a farli ridere. Passato quell’attimo di ilarità ricominciarono con i loro esercizi, mentre due si divertivano a riempirmi la bocca un terzo entrava ed usciva le dita dalla mia fica. Prima uno, poi due… poi tre, quattro. Li sentivo entrare e dilatare sempre più le pareti… sentivo cedere i muscoli dello sfintere sotto quei colpi sapienti ma inesorabili. Uscivano e quando rientravano si spingevano sempre più in fondo. Un quinto dito si fece strada e fu allora che un dolore particolarmente forte fece uscire un grido dalla mia bocca, subito soffocato da un membro pronto a spegnerlo. Nuovamente la mano uscì ma fu solo per un attimo, rientrò immediatamente e questa volta si spinse ancora più in fondo facilitata dall’abbondante lubrificante che il mio signore aveva provveduto a far colare sulle mie natiche.
Evidentemente il lubrificante fece bene il suo dovere e così l’intera mano sprofondò dentro di me. Un leggero dolore mi fece irrigidire per un attimo, ma quando fu completamente dentro (cosa che non mi ero nemmeno accorta fosse avvenuta) un senso di benessere pervase le mie viscere e il mio corpo.
Intanto uno di loro, il meno avvenente, mi aveva tolto il boccaglio e si divertiva a farsi leccare e succhiare il suo membro che, pur essendo di dimensioni meno considerevoli, era ugualmente virile. Intanto gli altri due si alternavano con le mani dietro di me e fu allora che decisero di slegarmi. Sempre con il guinzaglio mi condussero in un’altra stanza dove si trovava un grande letto matrimoniale. Uno di loro si sdraiò mentre l’altro mi ordinò si salire a cavalcioni sul primo. Ovviamente io ero sempre legata e non potevo vedere nulla, ma sentivo tutto… e quello che sentivo era il paradiso. Fui penetrata dal pene dell’ospite sdraiato sul letto, ed immediatamente dopo sentii la punta di un altro membro che premeva su di me. Capii subito cosa stavano cercando di fare… la doppia anale… avevo sognato da una vita che si realizzasse e adesso questo mio sogno stava per compiersi. Non riuscirono subito a penetrarmi, ma tentativo dopo tentativo i due falli entrarono dentro di me alternandosi nel movimento. Uno due tre colpi… avrei voluto non finissero mai. Ne uscì uno e fu subito soppiantato dal terzo che era rimasto a guardare, in un solo colpo entrò dentro mentre il primo era già tutto sprofondato, e questa volta non ci fu bisogno di riprovare perché al primo tentativo si fece largo con un suono sordo di aria che usciva dalle mie budella. Fu allora che il terzo ospite iniziò a schiaffeggiare le mie natiche dapprima con forti sculacciate e subito dopo usando una cinghia.
Andò avanti così per un po’, alternandosi nelle varie pratiche. Non so davvero quando durò il tutto ma avrei voluto che durasse all’infinito. Quando si saziarono a dovere mi riportarono nell’altra stanza, parlottarono tra di loro e dopo un pò iniziarono a farsi succhiare dapprima uno, poi due poi tutti e tre. Fu a questo punto che uno di loro mi fece alzare e sciogliendo il foulard che avevo sugli occhi mi sussurrò che a questo punto era giunta l’ora di guardare bene.
Mi condussero nel bagno dove si trovava un grande piatto doccia, aprirono bene le porte del box e dopo avermi fatto posizionare al centro si disposero tutti davanti a me. Mi ordinarono di succhiare i loro membri dopo avermi infilato il pug dentro il mio sfintere insieme ad uno dei vibratori presenti, vibratore dotato di telecomando wireless che consentiva loro di regolare la vibrazione e il movimento.
Mi fecero appoggiare la base dei glutei sui talloni (io ero in ginocchio) in modo da impedire che gli arnesi dentro di me uscissero fuori e così sistemata inizia a succhiare i loro membri. Dopo almeno 15 minuti il primo di loro iniziò a masturbarsi davanti ai miei occhi, immediatamente imitato dagli altri due, e dopo alcuni secondi fiumi di sborra invasero il mio viso e la mia bocca. Sembrava non finire mai e fui letteralmente inondata. Mi costrinsero a leccarli, umidi e gonfi di desideri. Solo quando furono asciutti a dovere mi dissero, sempre in ginocchio e con i talloni sui vibratori, di alzare il busto. Così facendo iniziarono a svuotare le loro vesciche su di me, litri di urina lavarono il mio viso e non fu poca quella che entrò dentro la mia bocca. Una volta svuotatisi per bene mi dissero di uscire dalla doccia. Mi consentirono di liberare il mio culo, non per pietà verso di me ma perché, prima di accomodarmi nell’altra stanza avrei dovuto lavare il piatto doccia per consentire loro di lavarsi. Dopo aver pulito mi condussero nella stanza attigua facendomi mettere in ginocchio e ordinandomi di rimanere in quella posizione.
Si lavarono a turno, e dopo una buona mezzora, dopo che si furono ricomposti, il mio signore si avvicinò a me. Mi ordinò di rimanere in quella posizione sino a quando non fossero andati via. Chiesi in modo un pò avventato come fosse andata la seduta, ricevetti uno schiaffo, rispondendomi che se avesse voluto farmelo sapere me lo avrebbe detto lui. Fu così che ad uno ad uno uscirono di casa, entrarono nella loro macchina e si allontanarono. Rimasi in quella posizione ben oltre il tempo che mi era stato ordinato. Ero stremata e dolorante, ripensavo ad ogni istante di quel lungo pomeriggio. Mi accasciai per terra e solo allora mi resi conto che un rivolo di sperma era uscito dal mio membro, volutamente ignorato per tutto il tempo.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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